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Coronavirus, che fine faranno la plastic tax e la sugar tax?

Prima dello scoppio della pandemia la plastic tax e la sugar tax sono state tra le imposte più chiacchierate dell’ultima Legge di Bilancio. L’emergenza Coronavirus, però, ha riscritto gli appuntamenti in agenda del Governo, mettendo l’Esecutivo nella posizione di dover ridefinire le priorità del Paese. Pertanto, tra la decisione di rimandare il pagamento di alcune tasse a giugno e la sospensione di alcuni versamenti fiscali, c’è oggi chi si chiede: ma che fine faranno la plastic tax e la sugar tax?

Nuovo decreto in arrivo

Per andare incontro alle imprese, già fortemente provate dal blocco delle attività, il Governo starebbe valutando di sospendere altre due tasse con l’approvazione del prossimo decreto. Il tutto dovrebbe avvenire la prossima settimana e ad essere rimandate sarebbero niente meno che la plastic tax e la sugar tax, già pronte sui binari di partenza.

Le imposte pensate per contrastare il cambiamento climatico, ridurre l’inquinamento e rinforzare le casse dello Stato, però, verrebbero solo posticipate. D’accordo con questa decisione si è detto anche il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che, viste le circostanze, non opporrebbe alcuna resistenza.

Nel nuovo decreto del Governo, dunque, sugar tax e plastic tax verrebbero in questo modo rinviate al prossimo anno, ovvero a gennaio 2021 quando – si spera – l’emergenza sanitaria sarà rientrata del tutto.

I nodi da sciogliere

La sospensione della sugar tax e plastic tax, pur trovando maggioranza e opposizione d’accordo, potrebbe però mettere a dura prova l’Erario, cui casse attualmente sono già particolarmente provate.

La Manovra 2020, infatti, aveva messo in previsione ben 200 milioni di euro derivanti dalla sugar tax e plastic tax. Dal 1° luglio, nello specifico, il prelievo di 45 centesimi al kg sulla plastica avrebbero assicurato ben 140 milioni di euro alle casse dello Stato, mentre a ottobre il prelievo di 10 centesimi per ogni litro di bevande gassate e zuccherate avrebbe assicurato all’Erario ben 60 milioni di euro.

Se è vero dunque che il rinvio di queste tasse rappresenterebbe di fatto una boccata d’aria per le imprese colpite dall’emergenza Coronavirus, lo Stato si ritroverebbe comunque nella posizione di dover fare i conti con il venir meno di importanti entrate, già considerate dall’ultima Legge di Bilancio. Resta da capire, pertanto, dove e come andrebbero prese le risorse per coprire i mancati introiti.