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Eliminazione contante, la proposta di commercianti e artigiani per i pagamenti elettronici

Contro i pagamenti in “nero” e l’evasione fiscale, il Governo Conte bis è determinato nel ridurre in modo considerevole l’utilizzo del contante.

L’obiettivo finale è contrastare i pagamenti in nero e di conseguenza l’evasione fiscale. Il Governo, infatti, ha un bisogno urgente di risorse economiche per far fronte alle spese della prossima Manovra, su tutti i 23 miliardi per evitare il temuto aumento dell’Iva, senza ricorrere al deficit più di quanto possa ottenere dalla Commissione europea.

Secondo il Governo esiste uno stretto legame tra la circolazione di denaro contante e l’elevata evasione fiscale. Ricordiamo che l’Italia è uno dei Paesi con la più alta evasione dell’Iva in Europa. Pertanto, tra gli obiettivi primari dell’esecutivo c’è la limitazione all’uso della carta moneta.

In Italia l’utilizzo di bancomat e carte di credito è ancora limitato e nonostante l’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti elettronici sono ancora in molti a rifiutarli o a non aver installato i Pos nei loro negozi, anche per la mancanza di sanzioni. Il Governo sta studiando l’introduzione delle sanzioni per i commercianti che rifiutano i pagamenti con bancomat e carte di credito.

Per incrementare l’uso della moneta elettronica tra i consumatori, invece, l’esecutivo sta pensando all’introduzione di una serie di incentivi, tra cui un rimborso del 2% delle transazioni effettuate con carte elettroniche, con il sistema del cashback. L’altra proposta è quella di condizionare in parte le detrazioni Irpef al pagamento di beni e servizi attraverso sistemi tracciabili. Queste soluzioni, tuttavia, rischiano di essere molto costose per le casse dello Stato.

Un ulteriore incentivo è quello di modulare le aliquote Iva aumentandole o diminuendole di qualche punto percentuale a seconda che si paghi in contanti o con le carte di debito o di credito. Anche questa opzione, tuttavia, non è di facile applicazione e presenta tutta una serie di problemi tecnici e pratici.

Nonostante lo scarso utilizzo delle carte elettroniche da parte dei consumatori e una certa ritrosia da parte dei commercianti nell’accettarle come forme di pagamento, il problema principale sollevato da tanti esercenti è soprattutto uno: il costo delle commissioni nei pagamenti con il Pos, che in Italia è uno dei più alti in Europa. Se questo balzello fosse eliminato o fortemente ridotto molti più commercianti sarebbero ben disposti ad accettare i pagamenti elettronici.

Lo ha sottolineato anche la Cgia di Mestre, affermando che “se il Governo riuscirà ad imporre l’azzeramento dei costi di commissione, almeno per i pagamenti fino a 30 euro, siamo certi che gli artigiani e i commercianti non potranno che agevolare le transazioni con la moneta elettronica”. I costi delle commissioni bancarie sulle transazioni elettroniche incidono pesantemente sui pagamenti di piccoli importi. Per i commercianti si tratta di una “tassa” inaccettabile.

La Cgia di Mestre, poi, ricordando che in Italia l’evasione fiscale complessiva ammonta a 110 miliardi di euro, ha osservato anche che negli ultimi anni sono aumentati gli strumenti a disposizione del Fisco per combatterla. Invece, un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia ha rilevato che molto più elevata è la somma di denaro persa in sprechi e inefficienze della Pubblica Amministrazione: circa 200 miliardi di euro.