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Evasometro: l’algoritmo manderà un alert quando il saldo del conto si scosta troppo dal reddito

Dopo Ferragosto sono partiti ufficialmente i controlli affidati all’Evasometro, lo strumento digitale di cui si servirà l’Agenzia delle Entrate per stanare gli evasori.

Per ora, come i ben informati sapranno, l’Evasometro è nel pieno della sua fase sperimentale. Il software, così come è stato progettato, passerà al vaglio i conti corrente delle persone fisiche, concentrandosi in particolar modo su saldo e lista movimenti. Quando e se emergeranno delle incongruenze l’algoritmo manderà un alert e, di conseguenza, verranno avviati i primi controlli.

L’allarme rosso, nello specifico, scatterà quando l’algoritmo rivelerà uno scostamento del 20 – 25% tra quanto risulta dal saldo del conto corrente di fine anno e quanto dichiarato al Fisco. Se vi è un’anomalia tra entrate e uscite e reddito denunciato dal contribuente allora, ricevuto l’alert, Amministrazione Finanziaria e/o Guardia di Finanza potranno intervenire.

Chi verrà segnalato alle autorità competenti, dunque, dovrà dare prova di non aver commesso nessuna azione fraudolenta e, documenti alla mano, dimostrare la provenienza lecita dei redditi non dichiarati al Fisco. Prima che scatti l’alert, comunque, altri dati dovranno essere valutati e incrociati con quelli rivelati dall’Evasometro. È possibile, per esempio, un aumento improvviso delle entrate sia dovuto ad un lascito ereditario o ad una donazione. L’onere della prova, comunque, spetta sempre al contribuente in caso di avvio delle indagini.

Al momento le prime simulazioni saranno effettuate su una serie di conti corrente presi a campione e intestati a persone fisiche. L’anno d’imposta di riferimento è il 2014, poiché grazie al confronto tra le informazioni fornite dagli istituti bancari e la banca dati di Sogei (società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze) sarà possibile ricostruire la posizione finanziaria dei contribuenti fino a quella data.

L’intenzione, poi, è quella di estendere i controlli fino a regime (ovvero fino ai giorni nostri) ma, per far sì che dalla sperimentazione si passi ai fatti, è necessario aspettare l’intervento dell’Esecutivo. Spetterà quindi al Governo giallo – rosso definire adesso tempi e modalità di azione in questo senso. Per quel che sappiamo, comunque, al momento sia Pd che M5s si sono detti propensi a seguire la linea della digitalizzazione degli strumenti del Fisco come strumento di contrasto all’evasione.