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Fisco: patrimoniale e contanti, il piano di Gualtieri cambia ancora

Da tempo e da più parti si invoca a gran voce una riforma fiscale che possa riformare il polveroso sistema italiano, da molti considerato troppo complesso e arretrato. Tra i primi a chiederla è stato, a fine maggio, Romano Prodi, che in un’intervista durante la trasmissione ‘Aspettando Le Parole’ di Rai 3 aveva definito “necessario impostare una seria battaglia all’evasione fiscale”. E aveva spiegato: “La democrazia si difende con le ricevute. L’evasione la vinci solo con quelle. Tutto deve essere elettronico e il contante ridotto il più possibile. Questa crisi ha dimostrato che tutti sanno usare le carte di credito, comprese le persone anziane. Noi abbiamo la stessa testa dei popoli degli altri paesi europei che usano sistemi di pagamento tracciabili”.

Chi chiede una riforma

Altra voce a levarsi per una riforma del fisco, alcune settimane fa, è stata quella del capo dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, secondo cui “serve subito la riforma fiscale l’evasione ci costa 100 miliardi, la politica abbia il coraggio subito di darle il via”. E aveva aggiunto: “La tragedia del Coronavirus ha aperto la strada a margini fiscali impensabili. A forza di sovrapposizioni, il sistema è diventato iniquo e ha perso la progressività che gli imporrebbe la Costituzione. Con una seria riforma pagheremmo meno e pagheremmo tutti”. Un linea confermata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che in un post su Facebook, di recente, ha affermato: “Serve una riforma fiscale per ripartire, ridurre le tasse e semplificare la vita a imprese e famiglie. L’obiettivo deve essere quello di tornare alla vera normalità, a come vivevamo prima del Coronavirus”.

Il nodo patrimoniale

E mentre si parla di riformare il fisco, molti hanno cominciato a chiedersi se nelle intenzioni del Governo ci sia anche quella di ricorrere a una tassa patrimoniale per “fare cassa”. A escludere, almeno per ora, questa possibilità è stato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, secondo cui un prelievo sulla ricchezza non è tra i piani dell’Esecutivo. “Non abbiamo in programma una specifica tassa patrimoniale”, ha detto in occasione un webinar organizzato venerdì 12 giugno da Goldman Sachs. “Continueremo a lavorare per la digitalizzazione dei pagamenti, a combattere un’evasione fiscale che è a oltre 120 miliardi di euro l’anno, e a una riforma del fisco che semplifichi e difenda la progressività delle imposte”, ha sottolineato.

Il piano di Gualtieri

I pilastri del Governo per la riforma del fisco, insomma, non contemplerebbero nessuna imposta che colpisce i patrimoni degli italiani, ma piuttosto il rafforzamento dei pagamenti digitali – e la lotta al contante è uno dei punti fondamentali del cosiddetto “piano Colao” – per combattere l’evasione fiscale, nonché il ripensamento del sistema di tassazione in modo semplificato e più progressivo.

Cosa chiedono le forze di maggioranza

Quanto alle opzioni sul tavolo del Governo, alcune indiscrezioni di queste ore parlano di una possibile tassa “personalizzata” su modello tedesco, calibrato su algoritmi, con la conseguente eliminazione dell’attuale sistema di aliquote. Si opterebbe quindi per una aliquota unica modulata su una curva in relazione al reddito. Tale proposta sarebbe sostenuta in particolare da Pd e Leu.

Il Movimento Cinque Stelle, invece, sarebbe favorevole a una rimodulazione e diminuzione degli scaglioni da cinque a tre, dal 23 al 42%, con una no-tax area fino a 10mila euro. Una diminuzione degli scaglioni sarebbe la proposta anche di Italia Viva, che avrebbe intenzione di eliminare le detrazioni, tranne quelle per mutui, previdenza e sanità, introducendo un minimo esente di 8mila euro per componente familiare.

L’emendamento M5S per estendere la flat tax

Ma tra le file del Movimento Cinque Stelle c’è anche chi chiede un’estensione della flat tax per i ricavi fino a 100mila euro. La proposta è contenuta in un emendamento al Dl Rilancio, a firma di Leonardo Donno. L’obiettivo dell’emendamento è quello di rivedere il regime forfettario, alzando la soglia dei ricavi in modo da potervi accedere a 100mila euro per il 2020 e il 2021. Al 20%, secondo la proposta, sarebbe invece l’imposta sostitutiva applicata sul reddito imponibile nel caso di ricavi compresi tra 65.000 euro e 100.000.