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Flat Tax della discordia, sale la tensione tra Lega e 5Stelle

Ancora acque agitate nel mare, a dire il vero sempre mosso, dell’esecutivo gialloverde. Stavolta a far salire la tensione tra gli alleati di Governo, che nel corso dei mesi non si sono risparmiati a vicenda più di qualche stilettata al veleno, tocca alla Flat Tax, da molti ribattezzata della discordia.

Salvini che gioca gran parte della sua partita politica in campo fiscale – strategia che sinora sta dando i suoi frutti – ha le idee chiare e non ha nessuna intenzione di arretrare. Anzi, a chi gli chiede come riuscirà a convincere il M5s a inserire la riforma fiscale nel Def, il vicepremier leghista risponde: “E’ nel contratto di governo. Non serve a Salvini, ma agli italiani.

Noi abbiamo sostenuto il reddito di cittadinanza, ora pretendiamo lo stesso rispetto dal M5s anche sul tema fiscale”. Arriva subito la replica del Movimento: “Noi siamo sempre stati leali, chi lo è stato meno è la Lega”, conclude il leghista.

Di Maio: “Flat tax va fatta ma non deve aiutare ricchi” – Un sì condizionato. “La flat tax si deve fare ma non deve aiutare i ricchi”. Ha detto in serata Luigi Di Maio, ospite di “Che tempo che fa”. “Io credo che il governo deve andare avanti, e lavora bene finché si resta nel contratto ma quando si esce dal contratto non si passa”. 

Conte: “Flat tax pilastro da completare in manovra” -A cercare di mediare come sempre ci pensa il Presidente del Consiglio.  “La Flat Tax è nel nostro programma di governo. Sicuramente dobbiamo completare questo pilastro del nostro programma riformatore nella prossima manovra.

Queste le parole di  Giuseppe Conte secondo cui “questo governo è impegnato per la crescita economica che però deve essere coniugata con la crescita sociale. L’idea nelle nostre politiche è di guardare anche all’equità. La congiuntura tuttavia – ha  sottilineato il premier – non è favorevole, ma speriamo che questa fase finisca quanto prima”.