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Imu e Tasi, si avvicina l’acconto di giugno: chi paga e chi è esente

Il 17 giugno scadono i termini per versare l’acconto delle tasse sulla casa. I proprietari di prime case di lusso e di immobili diversi dall’abitazione principale dovranno pagare l’acconto Imu e Tasi 2019. Anche per il 2019 nulla è dovuto dai possessori di abitazione principale, sia per l’Imu che per la Tasi.

CHI PAGA E CHI NO – L’Imu non è dovuta sulla prima casa, cioè sull’immobile nel quale il proprietario abita ed è anagraficamente residente, tranne gli immobili di lusso registrati nelle categorie a/1, A/8 e A/9. A questi immobili (e relative pertinenze) si applica l’aliquota deliberata dal Comune di residenza.

Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, “nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile. Per poter accedere all’esclusione dell’Imu non è quindi sufficiente la residenza anagrafica, ma si deve avere anche la dimora abituale.

Sono esenti anche le pertinenze dell’abitazione principale, ma solo se classificate C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ogni categoria catastale anche se iscritte in catasto insieme all’unità a uso abitativo. Pertanto, in presenza di due garage (C/6), solo uno sarà escluso dal pagamento mentre l’altro sarà assoggettato a Imu con aliquota ordinaria.

In caso di nuda proprietà, casa ereditata dove abita il coniuge superstite o casa assegnata dal giudice all’ex coniuge, l’imposta non è dovuta dai proprietari.

Stesse regole anche per la Tasi, che non deve essere versata neppure dall’inquilino che utilizza l’appartamento come abitazione principale. Esenti da Imu e Tasi anche la prima casa del personale delle Forze dell’ordine, a prescindere dalla residenza, e quella degli anziani trasferiti in casa di cura, in entrambi i casi a patto che l’immobile non sia dato in locazione.

GLI SCONTI – È previsto lo sconto del 50% del dovuto per chi ha, oltre la propria, una sola altra casa data a genitori o figli nello stesso Comune. Per avere lo sconto è necessario il comodato registrato e si deve presentare, l’anno successivo al comodato, la dichiarazione Imu al Comune. Per chi ha dato in locazione un appartamento a canone concordato c’è invece lo sconto del 25%.

LE ALIQUOTE – Le aliquote massime sono fissate per legge, e non possono superare lo 0,4% per la prima casa appartenente alle categorie di lusso, e lo 0,76% per gli altri immobili a qualunque categoria catastale appartengano, compresi i terreni. I comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,3 punti percentuali: l’aliquota può quindi oscillare da un minimo di 0,46% a un massimo di 1,06%. Per la Tasi l’aliquota è pari allo 0,1% ma è stata data ai Comuni la possibilità di arrivare allo 0,25% e di prevedere un ulteriore aumento di 8 punti, così che la somma di Imu e Tasi può arrivare fino ad un massimo dell’1,4%. I Comuni che già hanno raggiunto il tetto non potranno fare ritocchi all’insù. Gli altri potranno invece decidere rialzi.

COSA SONO IMU E TASI – L’Imu è l’Imposta municipale propria, la Tasi è il Tributo per i servizi indivisibili. L’Imu si versa per il possesso dell’immobile, mentre la Tasi è un tributo che va versato al Comune per garantire i servizi indivisibili, ovvero quelli erogati dall’ente e utilizzati da tutti i cittadini perché non rispondono a una utenza specifica, come per esempio, gli asili nido o il trasporto scolastico. Rientrano quindi nella categoria dei servizi indivisibili l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la vigilanza urbana.