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Iva, il taglio di Conte si fa in tre: aliquota più bassa, temporanea e selettiva

Più bassa, temporanea e selettiva. Potrebbe essere così la nuova Iva a cui la squadra di Conte sta lavorando in questi giorni.

Per quanto il premier si affretti a chiarire che “nessuno ha una ricetta pronta, siamo in una condizione di incertezza, dobbiamo mantenerci flessibili”, e per quanto resti sempre vero che un calo del’Iva presenterebbe un conto salato (“A noi costa moltissimo di per sé” ha subito frenato), il Governo sta comunque valutando l’eventualità che l’Iva possa essere abbassata per un breve periodo di tempo.

Come sarà la nuova Iva

Si potrebbe trattare dunque di “un lieve intervento momentaneo”, e non generalizzato, cioè non ordinario ma collegato a specifici settori, quelli più duramente colpiti dalla crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria: e dunque, soprattutto turismo, ristorazione, artigianato, industria, abbigliamento, automobile.

Anche se gli imprenditori sono convinti che il taglio dell’Iva non farà ripartire l’economia, Conte, Gualtieri e gli altri colleghi del Mef hanno chiuso gli Stati Generali consapevoli della “necessità di ragionare in termini di filiera e non di singole aziende quando si introducono meccanismi incentivanti”.

A regime, la speranza di Conte resta sempre quella di un piano cashless (“Uno dei miei cavalli di battaglia. Su quello sono un testardo” ironizza), ma intanto al vaglio dell’Esecutivo di certo c’è una concreta possibilità di ridurre l’Imposta sul valore aggiunto.

Modello Germania

Proposta già anticipata a più riprese dalla sottosegretaria all’Economia Laura Castelli e, peraltro, ampiamente sostenuta dall’Unione Nazionale Consumatori, l’unica realtà ad averla chiesta ufficialmente, presentando alla Camera le osservazioni al decreto Cura Italia.

La selettività consentirebbe di evitare allo Stato di farsi carico di un onere finanziario che in questo momento molto difficilmente potrebbe permettersi. Inoltre, eviterebbe il rischio, in questo periodo di recessione, che un calo generalizzato e indistinto dell’Iva non si traduca in un abbassamento reale dei prezzi a vantaggio del cliente finale, vista anche l’esiguità della riduzione, ma solo in minori introiti per lo Stato, spiega il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimo Dona.

Il taglio di un punto dell’Iva, dal 22% al 21%, varrebbe circa 4,37 miliardi; quello dell’aliquota ridotta del 10% poco meno di 2,9 miliardi.

L’aliquota selettiva e temporanea pensata per il Covid, che piace al M5s, guarda soprattutto a Berlino. La Germania di Frau Angela Merkel ha presentato un maxi piano da 130 miliardi per far fronte alla crisi, in cui, tra le altre misure, si prevede anche la riduzione dell’Iva dal 19 al 16% per l’aliquota più alta e dal 7 al 5% per quella più bassa, per sei mesi a partire dal 1° luglio. Costo dell’operazione: 20 miliardi.