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La lotta all’evasione fiscale la fa l’algoritmo

In Francia l’intelligenza artificiale è entrata ufficialmente al servizio del fisco per scovare gli evasori fiscali.

Proprio così: è un algoritmo l’organo di controllo deputato a questa delicata missione. Un malcostume, quello legato all’elusione di tasse e imposte, che non riguarda solo l’Italia, a quanto pare, visto che i “cugini” francesi devono fare i conti con 80-100 miliardi di euro che ogni anno mancano dalle casse dello Stato.

Per tentare di frenare il fenomeno dell’evasione, già da qualche anno a Parigi è stato sviluppato un algoritmo che viene fatto “girare” su una piattaforma digitale collegata al Ministero dei Conti Pubblici e all’agenzia francese delle entrate. Ci sono voluti 22 esperti informatici e 20 milioni di euro per mettere a punto l’ambizioso progetto di controllo “Mission requêtes et valorisation” ma l’investimento ha già cominciato a dare i primi frutti.

Ciò che la “Direction générale des finances publiques ” – l’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate – ha commissionato, è un sistema di “data mining”, vale a dire di raccolta e valutazione di enormi quantità di dati che vengono incrociati e verificati sistematicamente dall’algoritmo. Al setaccio dell’intelligenza artificiale, finiscono non solo i dati presenti negli archivi pubblici, ma anche quelli estrapolati da piattaforme di commercio elettronico e perfino dai social network.

Già, perché come ha sottolineato ironicamente il Ministro francese Gérald Darmanin: “Se ti fai fotografare a bordo di un’auto di lusso e posti l’immagine su Facebook o Instagram, sicuramente attirerai l’attenzione”. Il resto lo faranno i controlli incrociati sui database e l’infallibilità dell’intelligenza artificiale che prende in esame anche i dati che confluiscono dall’estero.

Solo nel 2018 questo sistema ha reso possibile stanare ben 24 mila posizioni fiscali “sospette”, che hanno dato seguito ad ulteriori controlli. Questo si è tradotto nella ragguardevole cifra di 235 milioni di euro recuperati dall’evasione fiscale e reindirizzati alle casse statali. Un sistema di controllo a cui gli esperti attribuiscono un’efficacia del 10-20% superiore a quella dei metodi di analisi tradizionali.

L’obiettivo del fisco francese è portare al 50% l’incidenza dei controlli sui casi segnalati dall’algoritmo entro il 2022. Un traguardo che grazie al “Grande Fratello Fiscale” messo in campo per scovare i soliti “furbetti” sembra tutt’altro che difficile da raggiungere.