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Landini lancia la patrimoniale: “Serve grande piano investimenti”

Si torna a parlare di patrimoniale: secondo alcuni è un passaggio inevitabile del governo per salvaguardare i conti, secondo altri è assolutamente necessaria per ridurre le disuguaglianze e dare il via ad un grande piano di investimenti per rilanciare l’economia del Paese.

Appartiene a questa seconda categoria il neo segretario della CGIL Maurizio Landini, che in un’intervista a Repubblica propone un grande piano di investimenti pubblici e privati per un nuovo modello di sviluppo finanziato da quello che chiama “tributo di equità contro le diseguaglianze”. “Occorre un piano straordinario di investimenti pubblici e privati – ha detto Landini – che si inserisca in un’idea di sistema Paese basata su un nuovo modello di sviluppo centrato sulla sostenibilità ambientale, partendo dalla manutenzione del territorio, dalle infrastrutture sociali, materiali e digitali”. Con interventi “dalla mobilità alla rigenerazione delle aree urbane; dalle energie rinnovabili alla cosiddetta economia circolare; dalla ricerca e innovazione alla cultura, la formazione e l’istruzione”.

Per reperire le risorse necessarie, l’unica via è colpire i patrimoni rispetto al lavoro. “Serve, finalmente, una riforma fiscale degna di questo nome. È stato un errore gigantesco non averla fatta finora. Non deve riguardare solo le detrazioni sui redditi da lavoro e dei pensionati che sono comunque necessarie, bisogna intervenire sulle ricchezze per una lotta contro le diseguaglianze”.E “non va neppure esclusa la possibilità di sperimentare veicoli finanziari alimentati da banche e Cdp finalizzati a investimenti e politiche industriali”. Ma lo sblocca cantierie “rischia di essere una liberalizzazione selvaggia degli appalti, un ritorno alla legge Lunardi del governo Berlusconi. Ci troveremo di fronte al fatto che i progettisti e gli esecutori sono anche i controllori. È un film già visto: più illegalità e più corruzione. Insisto: bisogna avere un’idea di Paese”.