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Le Fintech aiutano le PMI a fronte di un incremento dei costi

Le fintech aiutano le PMI

Come le Fintech possono aiutare le PMI a fronte di un incremento dei costi: Analisi settoriali [1]

Dai dati recentemente pubblicati si possono evidenziare delle dinamiche di mercato per il 2021 e delle prime ipotesi settoriali per il 2022. Lo scenario macro, vede i primi tre trimestri del 2021 (Q1-Q3) con forte crescita in quasi tutti i settori, ma nel Q4 un rallentamento in parte fisiologico, in parte dovuto all’aumento dei costi di approvvigionamento delle materie prime e dell’Energia.

In particolare si osserva:

  • Il settore manufatturiero ha registrato indici più alti in Europa:
    • +23% del giro d’affari tra gennaio-novembre 2021;
    • livelli di fatturato +9.6% rispetto al 2019.
  • Spinta della domanda interna:
    • Nel Q1-Q3/2021 il mercato interno ha registrato +18.1% sugli investimenti. In particolare si segnala:
    • L’edilizia ha subito un aumento del +24.5% per gli investimenti in costruzione sul 2020 e +11.6% sul 2019;
    • Gli investimenti in macchinari e immateriali +13.6% superando così i livelli pre-crisi e +1.5% del 2019.
  • Spinta della domanda estera:
    • Le imprese italiane hanno registrato un +18.2% tra Q1-Q3/2021 per l’export di beni manufatturieri.
  • L’accelerazione dei prezzi: La crescita del fatturato è dovuta anche ad una componente dell’aumento dei listini di vendita in crescita nel 2021;
  • Confrontando il periodo gennaio-novembre 2021 e lo stesso periodo nel 2019 si nota che:
    • Metallurgica +33.7%;
    • Mobili +14.9%;
    • Intermedi chimici +21.6%;
    • Prodotti di metallo +14.1%;
    • Elettrodomestici +23%;
    • Prodotti da costruzione +14.2%.
  • Le attese per il 2022 sono orientate verso una normalizzazione dei ritmi di crescita dell’industria italiana.

Il manifatturiero italiano nel Q4/2021 ha avuto un affievolimento dei ritmi e della crescita; questo rallentamento ha toccato tutti i settori. Un rallentamento più marcato potrebbe essere introdotto dalle tensioni energetiche.

[1]Fonte: Dati Prometia, Intesa SanPaolo, Istat, Banca Dati ASI, Unione Nazionale Consumatori.

Top Ten, prodotti NON alimentari
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat
prezzi alla produzione per settore
Variazione % tendenziale agosto-novembre 2021. Fonte: Elaborazione su dati Istat
Incidenza energia sui costi complessivi
Fonte: Banca dati ASI

L’autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti ha deliberato i nuovi prezzi Arera 2022 per luce e gas.

I consumatori hanno subito un importante incremento dei costi. Per il prossimo trimestre è stimato un aumento del:

  • 55% per l’energia elettrica;
  • 41,8% per il gas naturale

I prezzi luce passeranno dai 0,20474 €/kWh dell’ultimo trimestre del 2021 ai 0,35485 €/kWh per il primo trimestre del 2022, tale variazione è dovuta da un rincaro sui costi delle materie prime di petrolio e gas naturale.

Il prezzo del gas in Italia passerà dai 0,5414 €/Smc dello scorso trimestre nel 2021, ai 0,921 €/Smc. Si modificherà la composizione percentuale dei prezzi del gas:

  • Approvvigionamento del gas: +70% rispetto allo scorso trimestre;
  • Costi di vendita al dettaglio: il 4% circa della bolletta;
  • Costi di servizi generali: l’11% della bolletta del gas.

Le ragioni del rincaro dei prezzi di luce e gas derivano da 3 principali elementi:

  • Aumento del prezzo del petrolio, tornato ad aumentare dopo i livelli minimi del 2020.
  • Aumento del prezzo del gas naturale, causato dall’aumento della domanda di gas cinese e dalla situazione geopolitica riguardante la Russia (principale produttore di gas naturale mondiale)
  • Aumento dei costi di emissione.
Rincaro prezzi della luca 2019-2022
Rincaro prezzi della luca 2019-2022
Rincaro prezzi del gas 2019-2022
Rincaro prezzi del gas 2019-2022
Costo medio mensile PUN
Fonte: Elaborazione dati ARERA
Andamento prezzo Energia elettrica
Andamento prezzo Energia elettrica
In questo scenario imprese italiane, devono ripensare le loro modalità di accesso al credito, diversificando le fonti di finanziamento.

La finanza alternativa è uno strumento a supporto delle imprese per fronteggiare l’innalzamento dei prezzi e la situazione economica-geopolitica che stiamo affrontando.

Il nuovo contesto economica in cui le PMI sono chiamate ad operare e competere impongono all’area Amministrativa e Finanziaria di evolversi e di adottare strumenti per gestire con efficienza il ciclo finanziario dell’impresa. CashInvoice offe alle imprese strumenti innovativi per la gestione ottimale della liquidità aziendale ottimizzando il CCN

Il Capitale Circolante Netto (CCN) si compone di: crediti verso clienti, magazzino, crediti tributari, debiti verso fornitori e debiti tributari.  L’obiettivo è di rendere maggiormente efficiente il proprio Capitale Circolante, ovvero renderlo più veloce e meno costoso. 

Capitale Circolante Netto

Lo “scostamento temporale” che intercorre tra la realizzazione dell’utile e la generazione di un flusso di cassa positivo comporta un fabbisogno finanziario, un capitale circolante appunto, che va monitorato e gestito per una corretta gestione dell’azienda. Un’impresa che opera con un alto volume di CCN è poco efficiente: il capitale in esso immobilizzato non può infatti essere reinvestito e genera di conseguenza un costo opportunità.

Il CCN esprime la situazione di liquidità dell’azienda, ossia la capacità di far fronte alle esigenze a breve termine attraverso i flussi finanziari generati dalla gestione tipica dell’impresa

D.I.O; D.S.O; D.P.O
  • D.I.O. – Days Inventory Outstanding = giorni occorrenti per una “rotazione” del magazzino – fornisce una misura del numero di giorni necessario affinché l’inventario sia totalmente convertito in vendita, incrementando la cassa e/o i crediti nei confronti dei clienti.
  • D.S.O. – Days Sales Outstanding = numero medio di giorni occorrenti per la riscossione dei crediti – fornisce una misura del numero di giorni necessari per la riscossione dei crediti concessi alla clientela.
  • D.P.O. – Days Payables Outstanding = numero medio di giorni di dilazione dei pagamenti – fornisce una misura di quella che è la dilazione media per i pagamenti dei debiti che viene concessa alla società dai fornitori.

Più è lungo il CCC, più l’azienda avrà bisogno di prendere in prestito fondi per finanziare il maggiore fabbisogno di capitale circolante; Più è breve, più il capitale circolante è liquido.

Il Digital Factoring di CashInvoice velocizza la risposta all’esigenza di finanziamento e di riduzione dei costi annessi, diminuendo quelli fissi.

La cessione dei crediti- Pro-soluto- vanno a determinare una serie di vantaggi spesso non pienamente percepiti dalle imprese:

  1. si ottiene liquidità immediata, migliorando, quindi, la capacità futura di ottenere nuovo credito anche dalle banche. Con la cessione dei crediti, infatti, l’impresa ricava liquidità immediata utilizzabile per ridurre la posizione finanziaria netta e l’utilizzo delle linee di credito bancarie;
  2. si migliorano i flussi di cassa (cash flow). Cedere crediti, incassare più rapidamente equivale ad attivare una nuova fonte interna di finanziamento, che libera risorse liquide da destinare all’attività aziendale. In tal modo si riduce il CCN (Capitale circolante netto), mostrando quindi un maggiore equilibrio finanziario. Attraverso la cessione delle fatture la somma algebrica delle attività (crediti e magazzino) e passività (debiti) di breve termine si riduce e parallelamente scende il fabbisogno finanziario;
  3. si migliora la PFN (Posizione Finanziaria Netta). La PFN è determinata dalla differenza tra i debiti finanziari, da un lato e cassa e attività liquide dall’altro. La cessione dei crediti e la conseguente immissione di liquidità in azienda, alleggerisce la PFN e migliora una serie di indici di bilancio, migliorando quindi il proprio scoring, rating finanziario e complessivamente il valore dell’azienda;
  4. si possono dedurre i costi. Con la cessione dei crediti commerciali, si ha un ulteriore vantaggio: la piena deducibilità dei costi pari alla differenza tra valore nominale del credito e il valore di acquisto a titolo definitivo da parte dell’investitore. Questa infatti è una minusvalenza su crediti e quindi pienamente deducibile.

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