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Novembre è il “mese delle tasse”, all’Erario 55 mld: tutto quello che c’è da pagare

Commercialisti e professionisti della fiscalità si sono goduti sicuramente questi primi giorni festivi di novembre. Da domani, infatti, scatterà un vero e proprio tour de force con scadenze fiscali praticamente ogni giorno. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, nei 30 giorni di novembre nelle casse dell’erario entreranno ben 55 miliardi di euro.

Una media di 1,8 miliardi di euro ogni giorno, sabati, domeniche e festivi inclusi. Un vero e proprio “mese delle tasse”, nel quale tutti saranno chiamati a versare il loro “obolo”: dipendenti (con ritenute sullo stipendio), professionisti, autonomi, PMI e grandi aziende.

Dallo studio realizzato dall’Ufficio studi, l’IVA sarà l’imposta più onerosa di questo mese di novembre, garantendo 15 miliardi di incasso per l’Erario. Al secondo posto di questa classifica piuttosto particolare troviamo l’acconto IRES delle società di capitali, che garantisce un introito di 13,3 miliardi di euro. Il podio viene chiuso dalle ritenute su lavoro dipendente, che valgono 11,9 miliardi di euro totali.

La somma di IRPEF (Imposta reddito delle persone fisiche) e IRAP (Imposta regionale attività produttive) varrà un totale di 12,3 miliardi di euro: 6,2 miliardi arriveranno dal primo “balzello”; 6,1 miliardi saranno invece incassati grazie al secondo. A livello di IRPEF, invece, l’addizionale regionale garantirà ai presidenti delle 20 regioni italiane un incasso fiscale di 1 miliardo di euro; l’addizionale comunale, invece, varrà circa 415 milioni di euro di incassi. Da sottolineare che nei 55 miliardi di tasse da pagare a novembre non sono conteggiati i contributi previdenziali, che le aziende dovranno versare a metà mese (il 18 novembre, dal momento che il 16 cade di sabato).

C’è da dire, però, che gran parte degli incassi per l’Erario saranno una semplice “partita di giro”. Come sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi, “una parte importante delle imposte che dovranno essere pagate questo mese dalle imprese sono in realtà una ‘partita di giro’, come l’IVA o le ritenute dei propri dipendenti. Tuttavia non saranno comunque pochi gli imprenditori, soprattutto quelli di piccola dimensione, che per onorare queste scadenze si troveranno in difficoltà”.

La fase di stagnazione economica che stiamo attraversando, infatti, ha portato ad allungare ulteriormente i tempi di pagamento delle fatture, non solo da parte degli enti della Pubblica Amministrazione ma anche di altre aziende. Ciò ha ridotto la liquidità disponibile nelle casse aziendali, con inevitabili ripercussioni anche nei pagamenti delle imposte.