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Nuova Tari, novità 2020: scadenze e calendario delibere

Al via una speciale fase “sperimentale” per la nuova Tari. La tassa sui rifiuti urbani, che per il 2020 doveva essere soggetta ad una regolazione indipendente (sulla base dei piani finanziari scritti tenendo conto delle regole fissate dall’Arera), entra nel nuovo anno in punta di piedi.

Alla Conferenza Stato-Città è stato annunciato infatti un periodo di transizione che non obbligherà i sindaci dei Comuni ad applicare la nuova Tari. Chiunque vorrà, in pratica, potrà continuare ad applicare le vecchie regole, questo in attesa di disposizioni precise (rimandate al 2021).

Come funziona la Nuova Tari

Uno degli obiettivi della Riforma Tari è quello di rendere più trasparenti i costi a carico dei cittadini e delle imprese. Perseguendo tale fine, allora, il Governo ha deciso di varare in Legge di Bilancio delle disposizioni volte ad individuare il “giusto prezzo” per il servizio di raccolta, smaltimento dei rifiuti e pulizia urbana.

Il compito di fissare i parametri per il calcolo del giusto prezzo è stato affidato all’Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che dopo una serie di consultazioni è arrivata all’approvazione di due delibere lo scorso novembre: una riguardante il nuovo metodo tariffario e l’altra riguardante – come accennato sopra – gli obblighi di trasparenza in bolletta.

Il nuovo sistema sarebbe dovuto entrare in vigore a pieno regime a partire dal 1 gennaio 2020, ma le richieste di proroga e la decisione di partire con una prima fase sperimentale della Tari ha cambiato le carte in tavola.

Nuova Tari, cosa cambia nel 2020

Nel ridefinire la nuova Tari si è tenuto conto del principio europeo secondo cui “chi inquina di più paga anche di più”. Questo vuol dire in pratica che, secondo quanto appena detto, le città e i Comuni che producono più spazzatura saranno anche quelli che dovranno affrontare dei costi maggiori per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti.

Il nodo da sciogliere, però, rimane attualmente uno: individuato il nuovo metodo tariffario dall’Arera, i costi del servizio dovrebbero essere fissati da un “piano economico-finanziario” adottato da quella che è stata definita “l’autorità territorialmente competente”, che spesso non esiste all’interno delle Amministrazioni locali o c’è ma non è operativa. Come si procede allora in questi casi? Ebbene, stando a quanto stabilito, ad approvare il piano dovrebbe pensarci il Comune, nei tempi e nel rispetto delle regole vigenti in materia.

Questa situazione, inutile dirlo, ha generato però solo confusione. Da qui, quindi, la decisione di procedere con un nuovo calendario per le delibere, che darà ai sindaci tempo fino al 30 aprile 2020.