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Partite IVA e regime forfettario, cosa cambia nel 2020

Con la Legge di Bilancio 2020 targata Pd-M5s novità rilevanti anche per il regime forfettario. Tutto invariato per quanto riguarda le aliquote, che restano al 5% per le nuove attività e al 15% per chi già lavora. E, ovviamente, l’esenzione dall’obbligo di applicare Iva sulle fatture. Non cambiano neppure le regole che riguardano il calcolo dell’imposta: la base imponibile resta l’ammontare dei ricavi o dei compensi incassati nell’anno, detratta la percentuale di spese forfettarie per l’attività esercitata.

Rispuntano invece i paletti per l’accesso al regime per chi, oltre a svolgere la libera professione, ha anche un lavoro dipendente o gode di una pensione che produce più di 30.000 euro lordi l’anno. Non rientra però neldivieto chi ha perso il lavoro non per sua volontà, come chi ad esempio chi ha concluso un contratto di lavoro a tempo determinato senza però ottenere un rinnovo.

FLAT TAX, CHI E’ TAGLIATO FUORI – A partire dal prossimo anno, dunque, da gennaio 2020 è escluso dalla flat tax chi abbia sostenuto spese per più di 20.000 euro lordi l’anno per dipendenti, collaboratori o personale e dovrà dunque applicare il regime ordinario, con l’obbligo di emissione delle fatture elettroniche. Si applica la stessa regola anche nel caso in cui il costo complessivo dei beni strumentali alla chiusura dell’esercizio precedente supera i 20.000 euro al lordo degli ammortamenti.

Per i conteggi per i beni utilizzati solo per scopi aziendali in locazione, noleggio e comodato, rileva il valore pieno, mentre il valore è ridotto del 50% per i beni utilizzati anche per uso personale (esclusi dal pacchetto eventuali immobili acquistati).