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Patrimoniale sugli immobili in arrivo? L’indiscrezione

E se alla fine la panacea di tutto fosse la buona vecchia patrimoniale? Non già sui patrimoni liquidi, bensì sugli immobili, il bene più prezioso e diffuso fra le famiglie italiane. Al momento si tratta solo di un’indiscrezione, peraltro prontamente smentita da Palazzo Chigi appena divenuta nota. Ma un’indiscrezione di quelle che non possono lasciare indifferenti, vista la fonte.

A paventare un’ipotesi del genere, nell’ambito di un più ampio piano governativo, è l’editorialista Pierluigi Bisignani sul quotidiano capitolino Il Tempo. Attenzione: Bisignani è personaggio legato a Palazzo fin dai tempi di Andreotti e Licio Gelli, il “manager del potere nascosto” coinvolto in diverse inchieste, come quella sull’associazione a delinquere P4. Il 15 giugno 2011 fu sottoposto a detenzione ai domiciliari per un ipotetico favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio. E Il Tempo, del resto, è sempre stato a sua volta legato alle istituzioni romane ed in particolare ad alcuni ambienti dei servizi di sicurezza.

Secondo Bisignani, dunque, dietro la facciata di ottimismo sulle sorti dell’economia italiana, il governo starebbe preparando, in gran segreto, una patrimoniale sugli immobili. Una batosta calcolata “tra il 5 e il 7%” il valore degli immobili che “metterà definitivamente in ginocchio i cittadini, già gravati dall’Imu tra le più alte d’Europa”. “Al di là delle dichiarazioni pubbliche – si legge -, il Presidente Conte ha finalmente capito che dal punto di vista economico il 2019 non sarà certo un anno felice, come va dicendo tra un volo di stato e un altro raggiungendo chiunque lo inviti per un caffè”.

Stando agli ultimi dati raccolti e comunicati dall’Istat, i beni immobiliari rappresentavano nel 2017 l’84% della ricchezza “non finanziaria” in mano agli italiani. Continua a salire quindi la quota del patrimonio residenziale detenuto dalle famiglie. Due anni fa era pari al 92% del valore residenziale complessivo.

I dati e le previsioni su Pil e altri indicatori macro sono “sconfortanti”, con “una crescita acquisita per l’anno in corso di -0,2% contro l’1% immaginato dal governo. Sulle manovre di palazzo pesa anche la minaccia dell’aumento dell’Iva, pronto a scattare il primo gennaio 2020 per 23 miliardi di euro. Nonché “il buco di bilancio che crea il reddito di cittadinanza, quando a consuntivo costerà molto di più dei 7 miliardi stanziati e non produrrà gli effetti sperati”. Per Bisignani, dunque: “A poco servirà il meccanismo di salvaguardia che stanno studiando gli strateghi del Movimento 5 Stelle, legato al reddito delle famiglie e ai metri quadri. Tra veti e contro veti, senza un rilancio della politica industriale e degli investimenti pubblici, una ripresa sarà impossibile“.