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Perché la Svizzera non è più un “paradiso fiscale”

Depennata: la Svizzera è stata definitivamente tolta dalla lista grigia dei paradisi fiscali stabilita dall’Unione Europea. La decisione, largamente prevista, è stata ufficializzata a Lussemburgo dopo l’ultimo Consiglio Ecofin, formato dai ministri dell’economia e della finanza dei 28 Stati membri dell’Ue.

La Confederazione ha “attuato tutte le riforme necessarie prima della scadenza” si legge nella nota diramata dal Consiglio, che ha riconosciuto alla Svizzera l’adeguamento agli standard internazionali in merito al tema fiscale.

“La Svizzera adempie e attua gli standard internazionali in materia fiscale – recita il comunicato stampa della Confederazione elvetica -. Questo è stato riconosciuto dall’Unione europea, che elimina la Confederazione dalla propria lista di controllo. La modifica entra in vigore alla pubblicazione degli allegati riveduti nella Gazzetta ufficiale dell’Ue”.

Fondamentale per lo stralcio della scomoda posizione svizzera è stata l’accettazione da parte del popolo elvetico della Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS (RFFA). Accettazione avvenuta il 19 maggio 2019, quando alle urne il 66,4% dell’elettorato e tutti i cantoni hanno accolto positivamente il pacchetto di misure fiscali.

“Con questa legge Berna abroga, dal 1° gennaio 2020, i regimi fiscali non più compatibili con gli standard internazionali. La legge introduce delle misure di sgravio fiscale accettate internazionalmente, quali una ‘patent box’, assicurando così che la Svizzera rimanga una piazza economica competitiva”, hanno dichiarato dalla capitale elvetica.

Come accennato, la scelta dell’Ue non è giunta inaspettatamente. Circa un mese fa i gruppi di esperti dell’Ue avevano lasciato trapelare che la Confederazione sarebbe stata molto probabilmente rimossa dalla lista grigia. Finisce quindi un contenzioso fiscale lungo più di un decennio. Era infatti l’aprile del 2009 quando, in seguito alla crisi finanziaria, l’Ue e l’OCSE stringevano le maglie sui privilegi fiscali proposti dalla Confederazione alle imprese estere, inserendo la Svizzera nella lista grigia.

Nel dettaglio, tale lista è uno degli strumenti con cui l’Ue contrasta l’evasione fiscale. Oltre alla Svizzera, il Consiglio Ecofin ha fatto sapere che, a oggi, hanno chiarito completamente la propria posizione anche Albania, Serbia, Mauritius e Costa Rica, tutti Paesi che hanno attuato le riforme richieste per essere conformi alle regole della cooperazione.

Invece, per quanto riguarda la lista nera, che riguarda i Paesi dichiaratamente non cooperativi sul tema fiscale, restano segnalati: le isole Samoa americane, Guam, Samoa, Trinidad e Tobago, le Isole Vergini, Aruba, Barbados, Belize, le Bermuda, Dominica, Fiji, Oman e Vanuatu. Rimossi dalla lista delle giurisdizioni non cooperative sul fisco gli Emirati Arabi Uniti e le Isole Marshall, che hanno mostrato di aver fatto passi in avanti.