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Spese sanitarie, dietrofront del Governo: niente tetto ma resta l’obbligo di tracciabilità

Doveva essere una delle misure più incisive della Legge di Bilancio 2020. O, almeno, queste erano le voci circolate qualche settimana fa, quando il Governo studiava le primissime bozze della manovra. Una bella sforbiciata alle detrazioni sanitarie solitamente utilizzate in fase di dichiarazione dei redditi avrebbe permesso all’Esecutivo di recuperare qualche miliardo di euro da destinare ad altre spese.

Inizialmente si era ipotizzato un taglio totale delle detrazioni delle spese sanitarie, mentre l’accordo era stato trovato su un sistema “a scaglioni” basato sul reddito annuo. Al di sotto dei 120 mila euro annui non sarebbe cambiato nulla; dai 120 mila ai 240 mila la detrazione sarebbe stata ridotta, mentre per i redditi superiori ai 240 mila euro annui sarebbe sata completamente eliminata. Anche in questa versione “ridotta”, l’eliminazione delle detrazioni sanitarie avrebbe consentito di recuperare milioni di euro, utili per coprire alcune misure inserite in manovra.

Invece, come accaduto anche per plastic tax e sugar tax, l’Esecutivo guidato da Giuseppe Conte è stato costretto a fare marcia indietro e ritirare del tutto il taglio alle detrazioni per spese sanitarie. La Manovra 2020, dunque, non conterrà alcuna sforbiciata alle detrazioni da portare in fase di dichiarazione, per nessuna fascia di reddito. Una vera e propria inversione a U per il Governo, che ora dovrà affrettarsi a cercare nuove coperture per i mancati incassi.

A dir la verità, un elemento della proposta originaria è rimasto al suo posto. Chiunque vorrà usufruire delle detrazioni dovrà pagare le prestazioni medico sanitarie con strumenti di pagamento tracciabili. A partire dal 1° gennaio 2020, quindi, potranno essere scaricate dalla dichiarazione dei redditi solamente le spese sanitarie il cui pagamento è stato effettuato con carta di credito o, per importi maggiori, con bonifico bancario. Non cambia nulla, invece, per gli acquisti in farmacia. In questo caso, si potrà pagare in contanti senza alcuna soglia di spesa, né limite reddituale.

L’obiettivo, come detto in più occasioni, è favorire l’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici a discapito del contante anche nel settore medico. In maniera particolare, il Governo vuole evitare che visite specialistiche o interventi medici effettuati in studi privati possano generare “un’economia sommersa”, favorendo da un punto di vista fiscale i contribuenti che decidono di pagare con metodi tracciabili.