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Supply Chain Finance, PoliMi: mercato potenziale tra 525 e 585 miliardi, strumento anti inflazione

Nell’epoca dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse, il Supply Chain Finance diventa uno strumento sempre più strategico per le imprese italiane. Dopo aver raggiunto i 509 miliardi di euro nel 2021 (con una crescita del 21% sull’anno precedente), il mercato potenziale del credito di filiera prosegue la sua espansione nel 2022, con una crescita stimata tra il 3 e il 15% per attestarsi su un valore compreso tra 525 e i 585 miliardi di euro. Circa un quinto di questo mercato è già servito da soluzioni di Supply Chain Finance (22-25%), che tutte insieme nel 2022 raggiungono il valore di 130 miliardi di euro. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina al convegno “Il Supply Chain Finance all’epoca dell’inflazione”.

Tra le diverse soluzioni SCF, che consentono alle imprese di finanziare il capitale circolante facendo leva sul ruolo e le relazioni della filiera, si segnala il Factoring (la cessione di crediti commerciali a operatori specializzati) che recupera il terreno perduto nella pandemia crescendo del 5% e arrivando al valore di 60,4 miliardi di euro. Mentre il Reverse Factoring (la partnership per favorire la cessione delle fatture ai fornitori sfruttando il merito creditizio del cliente) supera il picco dell’anno precedente, con un +13% grazie a cui raggiunge 8,1 miliardi di euro. L’Anticipo Fatture cresce del +16% e tocca 55 miliardi di euro. Ma c’è anche una forte ripresa della Carta di Credito B2B (carta virtuale che permette flessibilità nei pagamenti tra cliente e il fornitore) che cresce del 19% e arriva a 2,4 miliardi di euro.

Il Purchase Order Finance (l’utilizzo di un ordine ricevuto da un cliente con elevato merito creditizio come garanzia per un finanziamento) consolida lo sviluppo con un +2%, toccando 1,03 miliardi di euro. È significativa la crescita del Confirming (soluzione in cui il debitore cedente rilascia all’operatore finanziario un’autorizzazione al pagamento dei fornitori), che cresce del 38% fino a 1,6 miliardi di euro. Ma anche quella del Dynamic Discounting (soluzione tecnologica che consente il pagamento anticipato a fronte di uno sconto proporzionale ai giorni di anticipo) a +83%, per 500 milioni di euro di valore. Infine, migliora l’Invoice Trading (marketplace per la cessione del credito che consente a terze parti di investire nelle fatture emesse dalle aziende), in crescita del 90% per toccare il picco più alto di sempre, 0,4 miliardi di euro.

“In un contesto segnato da un aumento significativo dei costi di acquisto e di produzione oltre che dei tassi di interesse, il Supply Chain Finance si sta affermando sempre più come strumento strategico per le imprese, soprattutto per piccole e medie, per la gestione della liquidità, ma anche per il miglioramento delle prestazioni di sostenibilità e la mitigazione del rischio di filiera – spiega Federico Caniato, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. Un’evoluzione resa possibile da un mercato in grande fermento, con un numero elevato di nuove startup, molte collaborazioni/joint venture e un utilizzo sempre più ampio ed estensivo delle piattaforme digitali”.

“Il mercato italiano del Supply Chain Finance è ripartito, trainato soprattutto dalle soluzioni di filiera e innovative – dice Antonella Moretto, Direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. L’ecosistema sta evolvendo e le piattaforme sono diventate il principale strumento attraverso cui i diversi provider collaborano e creano valore per le imprese e le filiere. La sostenibilità continua ad essere una tematica centrale nella costruzione di soluzioni che integrano i criteri ESG e che finanziano attori oltre il primo livello di fornitura”.

Analizzando i dati a consuntivo, si evidenzia la ripresa del mercato potenziale e di quello servito dalle soluzioni di SCF in Italia. A fine 2021 il valore dei Crediti Commerciali, che rappresenta il mercato potenziale del Supply Chain Finance, si è assestato a 509 miliardi di euro, le Rimanenze a 295 miliardi (+7,2%) i Debiti Commerciali a 558 miliardi (+23,4%) e gli Acconti a 85 miliardi (+18%). Il ciclo di cassa era in netto miglioramento, assestandosi mediamente a 19 giorni (-25%), con una riduzione dei tempi di incasso (71 giorni; -3%) e di pagamento (96 giorni; -3%), e soprattutto una riduzione dei giorni di copertura del magazzino (44 giorni; -15%).

Complessivamente, nel 2021 le soluzioni di Supply Chain Finance coprivano il 23% del mercato potenziale. Tutte, ad eccezione dell’Invoice Trading (0,22 miliardi di euro, -29%), registravano una netta crescita. Il Factoring si confermava la soluzione regina (57,4 miliardi, +5%), il Reverse Factoring (7,2 miliardi, +14%) e il Purchase Order Finance (1 miliardo, +21%) toccavano il loro picco, mentre il Dynamic Discounting, (0,3 miliardi, +200%) e il Confirming (1,2 miliardi, +58%) confermavano gli incrementi percentuali maggiori pur a fronte di volumi ancora limitati. Da notare, la buona ripresa dell’Anticipo Fattura (47 miliardi, +10%) e una crescita della Carta di Credito B2B (2,1 miliardi di euro, +9%).

(Fonte: La Repubblica)

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