Il 16 giugno, 25 milioni di italiani verseranno il primo acconto dell’IMU all’Erario, che guadagnerà circa 11 miliardi di euro. Si tratta, peraltro, della “nuova IMU” accorpata alla TASI, prevista dalla finanziaria 2020. Ma cosa cambia rispetto a prima? Si tratta in effetti di una “mossa” che semplificherà la vita degli italiani?
Tutti gli svantaggi dell’accorpamento IMU-Tasi
Non è di questo avviso il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che, intervistato dal Giornale, è convinto che il nuovo sistema non presenti alcun vantaggio, ma solo svantaggi.
Le difficoltà legate al Covid
Il presidente di Confedilizia ricorda peraltro il periodo di particolare emergenza in cui ci troviamo, che ha significato per molti proprietari una grave situazione di difficoltà economica. Proprio per questo, spiega, “abbiamo inviato una circolare a tutte le nostre oltre 200 rappresentanze territoriali per invitarle a sollecitare le amministrazioni comunali a rinviare il termine per il pagamento della prima rata oppure a stabilire che non si applichino sanzioni e interessi”.
Le “patrimoniali” che abbiamo già
Per Spaziani Testa, non c’è poi troppa differenza tra l’IMU e una tassa patrimoniale, “ma di patrimoniali ce ne sono, di fatto, anche altre: l’Irpef sulle case non locate che si trovano nello stesso Comune in cui si trova l’abitazione principale, una vera e propria angheria nei confronti di chi ha la ‘colpa’ di non riuscire a vendere o a dare in affitto il proprio immobile”.
A suo avviso, l’esistenza di una importa patrimoniale ordinaria sugli immobili è “in sé un’iniquità, considerato che si tratta di un tributo di fatto espropriativo del bene colpito, il cui valore viene nel tempo inevitabilmente eroso”. E ha aggiunto: “Qualche proprietario, negli ultimi anni, pur di sottrarsi a questo tributo ha provato a cedere il suo immobile allo Stato o a ridurlo in rudere: rispetto al 2011, ultimo anno pre-Imu, i ruderi sono raddoppiati passando da 278.121 a 548.148. Sarà un caso?”.