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Aumento Iva ci sarà, è scritto nel Def. Quota 100 e Reddito, effetto minimo sul Pil

Nelle ore successive al via libera del governo al Def il balletto è tutto intorno al possibile aumento dell’Iva. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, in pieno Cdm, lo ha utilizzato come spauracchio: se volete la Flat tax – ha detto ai due vicepremier rivolgendosi in particolare a Matteo Salvini – dovremo finanziarla con l’aumento dell’Iva”. E lo stesso braccio destro di Salvini, il sottosegretario Giorgetti, non ha escluso che ciò possa accadere a settembre, quando si farà la manovra per il 2020.

Nella versione definitiva del documento, tuttavia, l’aumento dell’Iva è già dato per scontato e messo nero su bianco. “L’inflazione resterà contenuta nel 2019 (1,0 per cento) per effetto della caduta dei prezzi dei beni energetici e del rallentamento della domanda interna. Nel 2020 e 2021 la crescita dei prezzi risente dell’aumento delle aliquote IVA”.

In un’altra pagina del testo si legge ancora: “La dinamica delle entrate tributarie risente delle disposizioni che hanno aggiornato dal 2020 gli aumenti automatici dell’IVA e delle accise, e anche l’obbligo della trasmissione elettronica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate, nonché accordato la definizione agevolata delle contestazioni fiscali e delle controversie tributarie pendenti. In base alla legislazione vigente, le imposte indirette in rapporto al PIL saliranno dal 14,5 per cento nel 2019 al 15,6 per cento nel 2020 e al 15,7 per cento nel 2021, mentre torneranno sul livello del 15,6 per cento nel 2022”.

Quindi, secondo il Documento di economia e finanza che impegna il governo nella politica di bilancio, l’Iva dal 1° gennaio salirà, questa sì una tassa piatta che impatterà sui consumi di ciascuno senza progressività alcuna.

Pressione fiscale
“La pressione fiscale nel 2018 si è attestata al 42,1 per cento, in linea con quella registrata l’anno precedente” – si legge sempre nel Def 2019. Il peso delle tasse è atteso “ridursi di 0,1 punti percentuali nel 2019, collocandosi al 42,0 per cento del Pil. Nel 2020 e 2021 è prevista una ripresa al 42,7 per cento e un successivo calo al 42,5 per cento alla fine del periodo. La dinamica di crescita dal 2020 sconta gli effetti della prevista attivazione della clausola di salvaguardia”.