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La Finanza Alternativa per diversificare dai tradizionali strumenti finanziari

finanza alternativa

L’esigenza per le imprese e per le PMI di trovare soluzioni innovative per il sostegno finanziario delle proprie attività commerciali, è un fenomeno che si instaura nel nostro paese già da diverso tempo.

I primi forti rilevamenti emersi a seguito di quella che è stata la stretta creditizia subita con l’ultima crisi economica iniziata nell’ormai lontano 2008, hanno evidenziato e favorito sempre di più la crescita verso la domanda di sistemi finanziari alternativi.

Ad aumentare l’esposizione verso queste nuove opportunità, è stata la più recente crisi pandemica, che ha alimentato in buona sostanza il peggioramento delle condizioni di liquidità di numerosissime realtà di ormai ogni dimensione e settore. 

L’attuale emergenza, se dal lato delle imprese ha provocato con la gravissima crisi, l’inevitabile necessità di aumentare le richieste di credito presso terzi, ha visto parallelamente il verificarsi di un duplice aspetto: da una parte la decrescita verso l’appetibilità e verso il numero di richieste di credito presso i tradizionali canali bancari, e dall’altra parte il rafforzamento della struttura e il consolidamento di quelli che sono gli strumenti alternativi, dei nuovi operatori del mercato finanziario.

La crescita più recente di questo modello alternativo viene rappresentata attraverso la pubblicazione del terzo Quaderno di ricerca sulla Finanza alternativa per le PMI in Italia fornito dagli Osservatori Entrepreneurship Finance & Innovation della School of Management del Politecnico di Milano con il supporto di Unioncamere ed Innexta, che in sostanza sottolinea il particolare andamento positivo dell’ultimo periodo.
Secondo la ricerca, da luglio 2019 a giugno 2020, in Italia sono stati veicolati dalla Finanza alternativa 2,7 miliardi di euro verso le piccole e medie imprese, riportando una crescita del +4% sull’intero anno.

Per l’intero anno 2020, tutto segmento di finanza alternativa ha contribuito supportando le imprese e soprattutto le PMI, con un totale erogato di circa 3 miliardi di euro, a conferma di quella che è la tendenza delle imprese nel confermare la spinta verso queste nuove soluzioni e verso i nuovi canali disintermediati.

Scopriamo cosa rappresenta la Finanza alternativa, quali sono gli strumenti e i principali vantaggi per le PMI.

Il termine Finanza alternativa viene comunemente utilizzato per indicare l’insieme di strumenti e intermediari, che erogano finanza attraverso servizi alternativi/aggiuntivi a quelli offerti dal più tradizionale sistema bancario.

Tra questi è possibile rinvenire:

  • L’invoice Trading
  • Il private equity
  • I minibond
  • Il Crowdfunding

Invoice Trading

L’invoice Trading è l’attività che consente l’anticipo dei crediti commerciali.

Questa attività viene operata dalle piattaforme Fintech, e riguarda in particolare la cessione pro soluto di fatture non ancora riscosse.  

In altre parole, l’Invoice Trading si occupa di anticipare, finanziare e gestire i crediti commerciali, per garantire flussi di cassa continui alle imprese.

La crescita di questo nuovo strumento finanziario è dovuta anche grazie all’impatto delle nuove tecnologie e del digitale, che hanno permesso di abbattere completamente i tempi per le valutazioni riguardanti il grado di solvibilità delle imprese, e in più generale ha snellito tutte quelle che sono le procedure, per l’anticipo delle fatture.

Private Equity

Il Private equity è un’attività istituzionale di investimento in capitale di rischio di medio-lungo termine.

Questa tipicamente, prevede da parte degli operatori specializzati, la rilevazione di quote di imprese non quotate, con alto potenziale di sviluppo.

L’obiettivo pertanto è quello di contribuire alla crescita della società acquisita, monetizzando al termine del periodo prefissato, l’investimento effettuato.

Tra le tipologie di fondi di Private Equity è possibile investire in società in fase di startup o senza fatturato, oppure in società avviate, ma con flussi di cassa negativi, così come in società che pur avendo condizioni di liquidità positive, richiedono per la natura della propria attività un elevato fabbisogno di cassa. 

Le motivazioni che spingono i finanziamenti verso il Private Equity possono riguardare la volontà di avviare una nuova attività, la scelta di internazionalizzarsi, di crescere dimensionalmente, oppure di risolvere situazioni di crisi aziendali, riorganizzare l’assetto e la proprietà della società, ecc.

Minibond

I Minibond sono dei particolari strumenti, ideati per le società non quotate in borsa, per poter reperire fondi dagli investitori, in cambio di titoli di credito. 

Tali strumenti riguardano obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine, emessi tipicamente da PMI (non quotate), per finanziare lo sviluppo della propria attività.

Secondo la normativa di riferimento, i minibond possono essere emessi solo da società italiane non quotate, diverse da banche e microimprese, che abbiano un fatturato superiore a 2 milioni di euro e un organico composto da almeno 10 dipendenti.

Va sottolineato che questi strumenti, per loro natura, hanno l’obiettivo di finanziare attraverso l’ingresso nel mercato di capitali, società sane, che presentano dei bilanci positivi e con chiari programmi futuri di crescita.
Non rappresentano pertanto una soluzione di finanziamento per tutte quelle imprese che presentano situazioni di crisi o di deficit.

Generalmente sottoscrivono tali obbligazioni gli investitori istituzionali, banche, imprese di investimento, SGR, SICAV, intermediari finanziari, ecc.

Crowdfunding

Un ultimo strumento di finanza alternativa è il Crowdfunding.

Questa attività permette alle PMI o alle startup, di finanziare il proprio business, raccogliendo su piattaforme dedicate online, piccole quote di finanziamenti da un elevato numero di investitori.

La tipologia di finanziamento più utilizzata dalle imprese è rappresentata dall’Equity Crowdfunding, il quale prevede la raccolta di fondi in cambio di quote azionarie.

Gli investitori pertanto, possessori delle quote societarie, avranno la possibilità di cederle in futuro ad un valore superiore rispetto al prezzo di acquisto, generando di fatto una plusvalenza