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Fisco, in USA redditi più alti evadono ogni anno il 20% delle entrate

Negli Stati Uniti la fascia più ricca della popolazione costa alle casse federali circa 175 miliardi di dollari di tasse non pagate. È la cifra che è emersa da uno studio condotto da un pool di economisti in collaborazione con l’Internal Revenue Service, l’agenzia governativa che si occupa della riscossione dei tributi all’interno del sistema tributario degli Usa. Dalle stime elaborate risulta che il 5% più ricco della popolazione americana evade annualmente più del 20% dei suoi guadagni, mentre i guadagni non dichiarati da parte dell’elite economica che fa parte dell’1% rappresentano più di un terzo delle tasse federali non pagate.

Stime che con ogni probabilità sottovalutano la portata reale dell’evasione fiscale nei redditi più alti, hanno segnalato gli autori della ricerca. Cifre enormi di cui i ricercatori hanno anche trovato le cause principali. A incidere sull’enorme quota di imposte evase c’è infatti il progressivo taglio dei finanziamenti proprio all’agenzia governativa deputata alla loro riscossione che, combinata con una sempre maggiore “abilità” nel mettere in pratica tattiche di evasione sempre più sofisticate da parte dei più abbienti, ha spianato la strada ai più facoltosi per sottrarsi agli obblighi fiscali. Dal 2010, secondo quanto segnalato di recente al Congresso il numero uno dell’IRS Charles Rettig, l’agenzia ha visto ridursi i suoi finanziamenti di circa il 20% e nello stesso periodo il personale a sua disposizione è diminuito del 30%.

Per entrare nella fascia del 5% di reddito più ricco occorre guadagnare più di 200mila dollari l’anno: questa fascia rappresenta più di un terzo dei guadagni complessivi del Paese. “In totale, 1 dollaro su ogni 12 dollari guadagnati negli Stati Uniti è al riparo dalle tasse federali sul reddito a causa delle sofisticate tecniche di evasione delle persone che guadagnano più di 200mila all’anno”, ha sintetizzato il Washington Post.

“L’IRS ha bisogno di molte più risorse dal Congresso”, ha detto al quotidiano americano Daniel Reck, uno degli autori principali dello studio, che ha sottolineato come l’Agenzia dovrebbe “investire in strategie di esame più complete, che coinvolgano audit di individui, imprese di passaggio e altri enti privati ??(enti di beneficenza, trust, ecc.). Deve assumere e formare un gran numero di esperti per condurre quegli esami più completi”. “Possono assolutamente fare tutto questo, ma i tagli al budget hanno notevolmente ridotto la loro capacità di farlo”, ha aggiunto.