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Olanda, vantaggi fiscali a rischio. Tremano Fca, Google e Ikea

La grande fuga dei colossi industriali verso la fiscalità agevolita garantita dall’Olanda potrebbe finire a breve. I responsabili dell’Economia dei Paesi Bassi si apprestano infatti a definire due misure intese a garantire che le multinazionali paghino le imposte dovute entro un limite accettabile di cui una parte al fisco olandese. La causa sono le prospettive di bilancio, entrate e uscite, per il prossimo biennio, per nulla promettenti.

Una delle misure già definite – segnala Il Sole 24 Ore – punta a reintrodurre il pagamento delle imposte sugli interessi e sulle royalties che ogni anno viaggiano dai Paesi Bassi in cerca di giurisdizioni a bassa tassazione, ovvero, ai paradisi fiscali. In questo caso si introdurrebbe un’aliquota tra il 21 e il 22 per cento, in modo da intaccare tali flussi che, su base annua, sono stimati in 22 miliardi di euro l’anno. Una seconda modifica, avrebbe invece l’obiettivo di limitare, o quantomeno ridurre l’impatto della norma sulla deducibilità di particolari perdite societarie, che ha aiutato le multinazionali con sede in Olanda a pagare zero imposte sui profitti nei Paesi Bassi.

Perché la marcia indietro
L’annuncio del governo è una risposta a una protesta pubblica contro i colossi societari transnazionali olandesi, in particolare la Royal Dutch Shell Plc e Koninklijke Philips NV Philips, che hanno ammesso di recente di pagare zero-imposte sui profitti nei Paesi Bassi. In un rapporto del 2018, la Commissione europea aveva peraltro già criticato l’Olanda per la mancanza di una ritenuta alla fonte legata a trasferimenti di royalties e pagamenti di interessi come uno dei fattori che facilita una pianificazione fiscale aggressiva da parte dei grandi gruppi.

Le aziende
Diverse le aziende italiane che potrebbero veder svanire i vantaggi discali di cui hanno fino ad ora goduto. Fca vi fa sede dal 2014, ma pur con sede fiscale nel Regno Unito. Cementir, del gruppo Caltagirone, ha deliberato il trasferimento in Olanda della sede legale a fine maggio. Eni, Enel, Exor, Ferrero, Prysmian, Saipem, Telecom Italia, Illy e Luxottica Group costituiscono altri casi di grandi aziende, italiane, con sede legale principale, o di una consociata, che opera in Olanda.
Al di là delle italiane, c’è l’elite finanziaria mondiale comodamente seduta sugli allori olandesi. Ebay, Uber, Tesla, Google, Unilever, Ikea, per arrivare ai Rolling Stones e gli U2.