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Partite Iva, al via i controlli dell’Agenzia delle Entrate

Con l’anno nuovo parte una dura lotta all’evasione fiscale. Dal 2020, infatti, i titolari di Partita Iva saranno sottoposti a serrati controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate per verificare che quanto hanno dichiarato sia coerente con il denaro di cui dispongono sul conto corrente.

Dallo scorso agosto sono partiti i controlli sui conti correnti dei contribuenti a rischio evasione, grazie alla Superanagrafe tributaria, incrociando i movimenti bancari con i redditi comunicati al Fisco dai contribuenti. Riguardo ai titolari di Partita Iva, i controlli dell’Agenzia delle Entrate scatteranno in caso di disparità tra quanto dichiarato e le somme presenti sul conto corrente.

Per le verifiche, il Fisco utilizzerà diversi strumenti, come gli Isa, gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale che sono entrati in vigore quest’anno al posto degli studi di settore. Avrà a disposizione anche il risparmiometro, l’algoritmo che permette di verificare se i risparmi accumulati in un anno dal contribuente sono coerenti con i redditi dichiarati. I controlli verranno poi effettuati sulle fatture elettroniche.

Altri strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sono le segnalazioni da parte dei Comuni nell’attività di accertamento tributario. Nel Decreto Fiscale, infatti, è stata inserita la proroga fino al 2021 degli incentivi ai Comuni che, in caso di segnalazione degli illeciti tributari, riceveranno come ricompensa il 100% delle somme riscosse.

I controlli dell’Agenzia delle Entrate saranno effettuati sia su larga scala che su contribuenti selezionati e riguarderanno anche i titolari di Partita Iva a cui si applica il regime forfettario. Questi ultimi, in particolare, finiranno sotto la lente del Fisco. Si tratta, infatti, di quei contribuenti a cui si applica l’aliquota unica del 15% (flat tax) per ricavi e compensi fino ai 65.000 euro. Poiché nel 2019 si è verificato un vero e proprio boom di adesioni a questo regime fiscale, l’Agenzia vuole accertare che siano presenti tutti i requisiti per averne diritto e che i guadagni non siano superiori alla soglia massima consentita.

Le verifiche riguarderanno sia coloro che aderiranno al nuovo regime forfettario 2020 sia coloro che hanno già aderito al precedente. I controlli del Fisco verranno effettuati anche nei confronti degli autonomi a cui si applica il regime dei minimi, ormai in esaurimento, e che riguarda solo le Partite Iva aperte prima del 2016. Il termine naturale di scadenza dei minimi è il compimento del 35° anno di età o il superamento di cinque periodi d’imposta consecutivi.

Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei lavoratori autonomi partiranno in primo luogo in caso di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi e/o della dichiarazione Iva. Inoltre, potranno essere controllate anche le attività svolte nel 2018 riguardo alla trasmissione di dichiarazioni o comunicazioni all’Agenzia, la difesa dei contribuenti davanti alle Commissioni tributarie e le pratiche di aggiornamento catastale.

Nei controlli, i redditi dichiarati dai lavoratori autonomi saranno incrociati con i dati Isa. A seguito delle verifiche dei dati comunicati con gli Isa, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate potranno revocare i benefici fiscali per i contribuenti. Entro la fine del 2020, poi, dovrebbe essere applicato un nuovo software che fornirà un supporto agli uffici fiscali nelle analisi del rischio e del controllo delle Partite Iva a cui si applicano gli Isa.

Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate ha pianificato anche la trasmissione delle lettere di compliance, indirizzate ai professionisti e alle imprese, contenenti la segnalazione di eventuali omissioni o irregolarità nelle dichiarazioni degli stessi per incentivare l’adempimento spontaneo e recuperare in questo modo le somme dovute, con una riduzione delle sanzioni.