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Partite Iva, i forfettari esclusi definitivamente dal regime agevolato

Niente da fare, il dubbio è stato sciolto. I lavoratori dipendenti che abbiano anche partita Iva, con spese oltre i 20mila euro e redditi superiori ai 30mila euro, sono definitivamente esclusi dal regime forfettario.

L’interpretazione sarà ufficializzata con una circolare dell’Agenzia delle Entrate al più presto.

I dubbi di incongruenza

Il sottosegretario all’Economia del Movimento 5Stelle Alessio Villarosa ha risposto a due question time alla Commissione Finanze della Camera presentati da Raffaele Trano e Giulio Centemero, chiarendo finalmente questo punto rimasto a lungo in sospeso. Grandissima la delusione tra le migliaia di partite Iva che pensavano di rientrare nel regime forfettario 2020.

Il dubbio che ha generato caos per settimane nasceva dalla presunta incongruenza tra quanto riportato in Manovra e lo Statuto del Contribuente, che prevede che ogni provvedimento necessiti di un termine minimo di 60 giorni prima di diventare esecutivo.

Da una parte c’era chi, rifacendosi ai principi contenuti nello Statuto dei Contribuenti, sosteneva un’applicazione non dal 1° gennaio 2020, ma a partire dal prossimo anno. Essendo la Legge stata pubblicata il 30 dicembre ed entrata in vigore il 1° gennaio 2020, secondo questa interpretazione si era sforato il periodo di 60 giorni, per cui l’entrata in vigore avrebbe dovuto necessariamente slittare al 2021. Dall’altra parte, invece, c’era chi affermava che in questo caso lo Statuto dei Contribuenti non fosse applicabile.

Cosa ha detto il Mef

Il Ministero dell’Economia ha sottolineato che non sussiste alcun contrasto, poiché il requisito e la causa di esclusione impongono esclusivamente una verifica dell’eventuale superamento delle soglie. In pratica, non ci sono nuovi provvedimenti, ma solo controlli in caso di avvenuto superamento delle soglie fissate.

Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2020, pur lasciando immutato per l’accesso al regime forfettario il limite annuo di ricavi di 65mila euro per l’accesso o la permanenza nel regime Iva agevolato, ha previsto un nuovo limite, cioè non aver sostenuto spese che superino i 20mila euro lordi per lavoro accessorio, per lavoratori dipendenti, collaboratori anche assunti secondo la modalità riconducibile a un progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati e le spese per prestazioni di lavoro svolte dall’imprenditore o dai suoi familiari.

Non solo: la Manovra 2020 ha aggiunto come causa di esclusione dal regime forfettario il tetto di 30mila euro percepiti nell’anno precedente come redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.

Cosa succede adesso per 340mila partite Iva

Cosa succede quindi alle partite Iva escluse dal regime forfettario, cioè a coloro che hanno speso più di 20mila euro essendo lavoratori dipendenti e coloro che hanno percepito oltre 30mila euro?

Le stime parlando di circa 340mila partite Iva. Questi lavoratori sono già esclusi dal regime forfettario, a partire dal 1 gennaio 2020. Una stangata su un regime che era piaciuto molto ai contribuenti.