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Tasse, come la riforma fiscale Irpef agevolerà pensionati e redditi bassi

È stata annunciata e poi rimandata perché i tempi per approvare la Manovra 2020 erano già stretti, ma da gennaio la riforma fiscale è tornata ad essere uno degli argomenti in cima all’agenda di Governo.

I tecnici del Mef sono a lavoro: l’obiettivo rimane quello di rivedere il sistema impositivo in modo tale da andare incontro al cosiddetto ceto medio. La revisione dell’imposta sulle persone fisiche, quindi, andrebbe ad agevolare soprattutto pensionati e redditi bassi. Ma in che modo? Proviamo a fare il punto della situazione.

Riforma fiscale, gli obiettivi del Governo

L’idea del Governo, portata avanti dal Ministero dell’Economia, è quella di ridurre le tasse a quelle specifiche categorie di contribuenti che faticano sempre di più ad arrivare a fine mese. Non stiamo parlando dunque di persone prive di reddito o nulla tenenti (per il quale valgono le regole previste per la no tax area), poiché tale riforma – stando a quanto dichiarato – coinvolgerà sopratutto coloro che già pagano le imposte, ma sui quali, comunque, grava particolarmente il peso pressione fiscale sullo loro entrate. Tra questi soggetti ci sono i pensionati e le famiglie (e i contribuenti) con un reddito basso, che dopo l’intervento dell’Esecutivo tornerebbero a tirare un sospiro di sollievo.

Nel testo del decreto legge sul taglio del cuneo fiscale, c’è un esplicito richiamo alla “revisione strutturale del sistema delle detrazioni fiscali”. Quello che sappiamo ad oggi, però, è che la Riforma in programma avrà due elementi che la caratterizzeranno, ovvero: la riduzione dell’Irpef e il riordino delle aliquote, con agevolazioni mirate a pensionati e redditi bassi.

Riforma Irpef, come potrebbe cambiare l’imposta: dal modello tedesco all’aliquota familiare francese

Le ipotesi di riforma al vaglio del Mef sono diverse. Inizialmente si è parlato di una modifica dell’Irpef ispirata al modello tedesco, con una riduzione delle aliquote (che passerebbero da 5 a 3) e una rimodulazione degli scaglioni di reddito.

In questo modo, come è stato spiegato dallo stesso Gualtieri, diminuirebbero le disparità di trattamento tra una fascia di reddito e l’altra e, cosa più importante, verrebbero riconosciute detrazioni tali da “correggere” gli importi dovuti al Fisco, adattando l’imposizione alle esigenze di ogni famiglia e/o contribuente.

Dopo l’Irpef alla tedesca, fortemente appoggiata dal Partito Democratico, in queste settimane è saltata fuori l’ipotesi dell’introduzione di un’aliquota familiare ispirata a quella attualmente in vigore in Francia (voluta dal M5s). A differenza dell’aliquota “personalizzata”prevista dal modello tedesco, il quoziente francese terrebbe conto della situazione familiare, nel numero dei componenti che fanno parte del nucleo e, ovviamente, delle loro condizioni (fisiche, psichiche, economiche etc.).

Questa, però, sono destinate a rimanere ipotesi al momento. I primi provvedimenti potrebbero arrivare in primavera, proprio in concomitanza dell’inizio dei lavori per l’approvazione del Documento di Economia e Finanza.