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Coronavirus, casse dei Comuni a rischio collasso

Nell’Italia, ormai surreale, del coronavirus si naviga a vista in un mare più che agitato.  Parallelamente all’emergenza sanitaria che si cerca di fronteggiare a suon di nuove misure e restrizioni per limitare gli spostamenti e rallentare i contagi, viaggia un’emergenza altrettanto grave, quella economica che rischia di mettere definitivamente ko un’economia come la nostra già debolissima.

Se la ripresa ormai è un miraggio, l’obiettivo è provare a resistere. Tantissimi i settori ormai in ginocchio, mentre tremano anche le casse dei Comuni con il blocco delle entrate ormai progressivo che promette di proseguire e anzi estendersi.

Come riporta il Sole24Ore,  la paralisi economica, ormai sotto gli occhi di tutto, rende se non impossibile quantomeno molto complicato poter incassare nei prossimi mesi l’Imu e la Tari da imprese e attività commerciali fermate dall’emergenza, il Governo sarebbe pronto ad ampliare ad altri tributi locali la sospensione degli obblighi fiscali avviata con il decreto Marzo.

Una catena pericolosa, nella quale ogni anello rimanda a un altro.

Un’incognita da 3 miliardi di euro – Un primo, parziale, calcolo mostra che il conto rischia di essere salatissimo. Come dettaglia l’articolo a firma di Gianni Trovati, sono molte le entrate locali collegate in modo diretto alle attività più colpite dall’emergenza.

Alberghi e strutture ricettive sono ormai chiusi dallo scorso 12 marzo: impossibile allo stato attuale fare ipotesi su riapertura e ancora di più provare a capire a che velocità riusciranno a marciare dopo il lockdown. C’è poi da fare i conti con l’assenza di turisti che di fatto fa scomparire l’imposta di soggiorno. Serrande giù anche per negozi, bar e ristoranti con  tavolini all’aperto, i mercati e di fatto tutte le attività che hanno bisogno di occupare suolo pubblico,  con annessi canoni e tasse.

Ma non finisce qui. La crisi ha messo in stop anche asili nido, mense senza contare che il traffico ormai sempre più scarso riduce le entrate dei parcheggi, le cui tariffe sono addirittura state sospese in molte città.  Nelle strade sempre più deserte, anche le multe sono in stand by.

Un insieme di voci che insieme arrivano a circa 3 miliardi di euro, cifra calcolata su base annuale, mentre l’augurio è che la chiusura si protragga non troppo a lungo. Ma nessuno al momento può lanciarsi in ipotesi su calendario, e ancora di più, modalità della ripresa che resta la vera incognita per la nostra economica.