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Tasse, la “trappola” sull’IRPEF: cosa rischiano 900mila lavoratori dal 2021





Tasse, altro che quella sull’ombra: in Italia ne paghiamo di davvero strane

Il primo luglio 2020, scatterà un alleggerimento del cuneo fiscale per i lavoratori con reddito fino ai 40mila euro annui. Ma questo provvedimento, se non saranno effettuati i necessari correttivi, finirà per comportare nel 2021 una “trappola” per i contribuenti: come spiega il Messaggero, un minimo aumento di stipendio, infatti, provocherebbe di fatto un calo del reddito.

Cosa prevede il taglio del cuneo fiscale

I paradossi del provvedimento sono stati sottolineati in una recente relazione di Banca d’Italia. In particolare, il taglio del cuneo fiscale si compone di una detrazione d’imposta decrescente a beneficio dei redditi tra i 28mila euro e i 40mila euro l’anno, a cui si somma l’ampliamento del bonus 80 euro, che sale a 100 e viene esteso a una platea più ampia di beneficiari con reddito da lavoro dipendente. La questione nasce dal fatto che, mentre il correttivo all’assetto corrente dell’imposta che consiste nell’ampliamento della platea del bonus è strutturale, la detrazione d’imposta è in vigore solo nel secondo semestre di quest’anno.

In cosa consiste il paradosso

Per comprendere il problema, bisogna tenere conto del concetto di “aliquota marginale effettiva”, che indica quanto varia l’imposta al variare del reddito complessivo del contribuente. Per calcolare questo valore, si tiene conto anche della variazione delle detrazioni per lavoro dipendente e per figli a carico. E se già precedentemente le aliquote marginali effettive erano, per alcune categorie di lavoratori, molto alte, con il nuovo assetto si arriva a superare il 100%: questo comporterà il paradosso che, a circa 900mila lavoratori con reddito tra i 28mila e i 30mila euro l’anno, per aumentare il reddito netto nel 2021 converrebbe ridurre quello imponibile.

Ad esempio, è stato calcolato che, per un lavoratore senza familiari a carico o altre detrazioni, un aumento di un solo euro del proprio guadagno, da 28.000 a 28.001 euro, provocherebbe una diminuzione del reddito disponibile da 22.600 a 21.400 euro: circa 1200 euro al mese. Per tornare al valore iniziale, lo stesso lavoratore dovrebbe aumentare il proprio reddito lordo, portandolo a circa 30.140 euro. Per risolvere il problema, il Governo dovrebbe confermare la detrazione aggiuntiva anche per il 2021, cosa che però significa per lo stato 3 miliardi di entrate in meno.

Riforma fiscale in vista?

Proprio negli scorsi giorni, una riforma fiscale è stata invocata da più parti. “Dobbiamo continuare a lavorare per gli italiani, perché bisogna ripartire totalmente. Serve una riforma fiscale per ridurre le tasse e semplificare la vita a imprese e famiglie”, ha scritto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Facebook. E lo stesso ministro Gualtieri ha parlato della necessità di rispondere alla crisi con una riforma fiscale che punti alla semplificazione e alla riduzione delle tasse. “Non abbandoniamo l’idea della riforma fiscale”, ha dichiarato il Ministro, “anzi, come spesso accade, le crisi fanno fare dei passi in avanti”.